“E’ impossibile portare la fiaccola della verità in mezzo alla folla senza bruciare qua e la’ una barba o una parrucca” Di Georg Christoph Lichtenberg non sapevo assolutamente nulla fin quando, ammaliato dal suo aforisma, ho cominciato a cercare un qualche suo riferimento da parte dei teorici del Movimento comunista. Niente. Nemmeno una nota a piè pagina da parte di Marx, Lenin, Trotsky, Luxemburg… In effetti, Lichtenberg aveva la gobba, come Antonio Gramsci, ma, francamente, mi sembra un collegamento troppo stiracchiato. Comunque, l’incipit resta e, per spiegare il perché votare Grillo alle Europee, parliamo dei parrucconi in fiamme.
Mi riferisco, ovviamente, alla Lista Tsipras. Sono appena tornato da Piazza Dante (pochi passi da casa mia, qui a Napoli) dove, continuando a gironzolare per paura di essere scambiato per un sostenitore, sono andato a vedere la chiusura della campagna elettorale della Lista Tsipras. Che dire? Praticamente, conoscevo tutti quelli che stavano lì; molti i compagni con i quali ho condiviso decenni di cortei, assemblee, attacchinaggi, banchetti… Un motivo in più per tentare di dissuaderli dalla loro evidente scelta elettorale e invitarli a votare Grillo. Dico “Grillo” e non “Movimento Cinque Stelle” in quanto (come ho cercato di spiegare qui, qui, qui, qui, qui, qui …) si tratta ancora di un gruppo di seguaci che…. Ma questa predica ve l’ho già rifilata in tutte le salse. Andiamo avanti.
Parlando con i compagni, la cosa che mi ha sconcertato è stata la loro rassegnazione verso una Lista che essi stessi ammettevano essere la fotocopia sbiadita della, pur fallimentare, Lista Ingroia: stessi candidati (molti ancora con il cappello in mano per ottenere dal PD un qualche incarico o prebenda); stesso canonico programma; stessa spocchia; stesso “tink-tank” (MicroMega: il “salotto buono” di Repubblica); stesso livore contro Grillo.
Ovviamente, amando io la polemica politica, mi sono precipitato a dichiarare, qua e là, il mio voto a Grillo. Apriti cielo! Da qualcuno la reazione è stata una valanga di contumelie (rese incandescenti dall’ultima bufala: quella del “sindaco Cinque stelle che nega la merendina scolastica ai bambini poveri”) da qualche altro, l’inevitabile domanda: “Ma come fai tu, un compagno, a votare Grillo?” Perché? Perché – come si dice qui a Napoli – Grillo ha saputo “sciogliere i cani” contro i potenti. Certo, per Grillo l’obbiettivo resta ancora la “Casta”, non certo il Capitalismo; ma le masse possono imparare in fretta. Certo, i suoi nove milioni di voti non sono tutti di “sinistra”, il suo programma è – a dir poco – confuso, i suoi parlamentari (per non parlare degli “Attivisti”) sono quelli che sono… ma, se c’è ancora in Italia una qualche speranza di cambiamento, qualche entusiasmo, oggi lo si deve proprio a Grillo. Altro che “vecchie glorie” (e qui mi riferisco a Paolo Ferrero: l’ala sinistra della Lista Tsipras; figuriamoci gli altri) che sbraitano contro Grillo quando, ad esempio, “osa” attaccare i Sindacati salvo poi avallare la distruzione della democrazia sindacale.
La verità è che tutti questi Maîtres à penser della Lista Tsipras che – quasi per diritto divino – pretendono il voto, invece di ammantarsi di proclami di “sinistra” nella speranza di far dimenticare la loro, passata e presente, sudditanza al PD, invece di illudersi di perpetuarsi con qualche briciola elettorale, invece di arroccarsi negli anatemi, farebbero meglio a uscire di scena. E i tanti bravi compagni che oggi affollavano Piazza Dante farebbero bene a “sporcarsi le mani” votando domenica il “movimento” di Grillo e cominciando – finalmente – a rapportarsi ad esso. Perché, se la fiaccola in mezzo alla folla non scatena un incendio, i tempi che ci aspettano potrebbero essere terribili.
Francesco Santoianni
Testo già pubblicato nel sito: www.francescosantoianni.it