Iraq: la guerra scomparsa di Renzi

Roba da regime staliniano. Tempo dieci ore ed è scomparso dal sito di Repubblica, del Corriere della Sera, de La Stampa, de Il Messaggero, dell’ANSA…. l’annuncio di Renzi (che continua a troneggiare sulla prima pagina dei giornali su carta stampata di oggi e reperibile  in qualche archivio on line) dell’invio di 450 militari italiani in Iraq per proteggere i lavori di manutenzione della diga Sadda, nei pressi di Mosul assegnati, dopo gara di appalto, alla ditta Trevi di Modena.

Vi risparmio, per ora, le prevedibili considerazioni sull’Imperialismo, “giustificato” proprio dalla “protezione” ad aziende operanti in paesi divenuti poi coloniali e, in attesa di qualche giornalista esperto in mazzette, buttiamo giù una ipotesi su cosa possa essere successo.

Probabilmente, oggi, qualcuno si è chiesto se l’offerta della Trevi alla gara di appalto prevedeva anche la costosissima “guardiania” (e cioè le strutture di protezione) ai lavori. Se si, non si capisce a cosa servano i 450 militari italiani; se no, l’impiego di questi militari (pagati dai contribuenti italiani) configurandosi come un aiuto di Stato, – tra l’altro vietato dalle norme della Comunità Europea – rende nulla la gara di appalto.

In ogni caso, meglio mettere in sordina la faccenda rimandando ad un gentlemen’s agreement tra pescecani della Finanza.

In ogni caso, il 16 gennaio 2016 (venticinquennale della guerra in Iraq) ci sarà una mobilitazione nazionale contro la Guerra. Cerchiamo di essere molti in piazza. E chi proprio non può, metta almeno un “mi piace” su questo videoclip (su Facebook e su Youtube).

Francesco Santoianni

Francesco Santoianni

(articolo già pubblicato nel 2015 nel sito http://pecorarossa.tumblr.com/

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