Assemblea costituente? Ma costituente di che? Quella tenutasi oggi al Palapartenope, avrebbe potuto essere la proiezione organizzativa dell’indignazione e – sopratutto – della voglia di fare espresse nella esaltante assemblea del 19 marzo. È stata, invece, una sua parodia: con una associazione e un logo, precotti e calati dall’alto, che si potevano solo accettare o respingere. Il tutto introdotto da un video – una specie di Culto della Personalità che presentava i “martiri” come accomunati da chissà quale comune ideologia – e condito da una valanga di inconcludenti interventi e “Question Time”, che sembravano riecheggiare il peggio dei Meetup.
Ben altro si sarebbe potuto fare. Ad esempio, una elezione che – dopo una discussione – desse mandato ad alcuni attivisti di redigere – se non un dettagliato “programma politico” – almeno un manifesto per spiegare alla città e ai vari movimenti (incluso il Cinque Stelle) cosa si intende fare. Avrebbe potuto essere il segnale di un vero Movimento nel quale si discute per decidere e che attraverso queste decisioni (e, quindi, votazioni) ci si confronta con altri movimenti e, quindi, con la società.
Così non è stato e, dopo questa riunione, scema l’entusiasmo e continuano a serpeggiare voci di imperscrutabili accordi elettorali.
Peccato, una occasione persa.
E la constatazione che i fedeli di Roberto Fico – dopo Brambilla a candidato Sindaco – sono ormai alla canna del gas, non è certo una consolazione.
(articolo già pubblicato nel 2016 nel sito http://pecorarossa.tumblr.com/