Vi risparmio le scontate considerazioni sulla follia (ma perché non applichiamo lo stesso principio anche alle elezioni?) di indire un nuovo referendum se il risultato di quello, tenutosi un paio di giorni prima, non ci è piaciuto. E pure sui patetici tentativi dei media main stream di invalidare il referendum del 23 giugno addebitandone il risultato o a vecchi rincoglioniti o a nazisti (considerazioni sbugiardate qui). Concentriamoci, invece, sulla validità della cosiddetta petizione on line che, a detta di giornali come “Repubblica” avrebbe raggiunto i tre milioni di firme e che lascia presagire un nuovo referendum (magari preceduto da qualcosa di più convincente dell’omicidio di Joanne Cox “Martire d’Europa”)
Seguite queste istruzioni:
Collegatevi al sito getairmail e procuratevi, con una modica spesa, duecento identità false e quindi duecento indirizzi mail; se, invece, volete fare un piccolo investimento, sappiate che ci sono aziende che possono spedire per voi, ogni ora anche diecimila mail con mittenti inventati. Se, invece, non siete al soldo di nessuno, procuratevi una decina di mail iscrivendovi a siti come Tin, Libero, Aruba, Fastweb…. e collegatevi al sitoPetition del Parlamento inglese che ospita la petizione osannata dai media.
Giunti lì fate esattamente quello che ho fatto io.
Bannando il “yes” dichiaratevi cittadino britannico; inserite un nome a caso (io, essendo napoletano e un tantino demodé, ho usato “Ciccio Formaggio”) e uno degli indirizzi mail farloccati, compilate a caso tutti gli altri campi e votate. Pochi secondi dopo vi arriva sulla mail che avete usato il modulo per la conferma del voto. E i ringraziamenti dello staff del Parlamento inglese.
(articolo già pubblicato nel 2016 nel sito http://pecorarossa.tumblr.com/