Hillary Clinton e la bufala degli hacker russi

È ormai il Tormentone di questa estate. È  la bufala dell’attacco informatico, ordinato da Putin contro Hillary Clinton, per favorire, alle imminenti elezioni presidenziali, il suo “compare” Donald Trump.

Intanto, due parole sui fatti. Il 23 luglio Wikileaks pubblica 20.000 mail, trafugate dai server del Partito Democratico, che dimostrano, senza ombra di dubbio, gli imbrogli per evitare che Bernie Sanders vincesse le Primarie al posto di Hillary Clinton; uno scandalo che, poche ore dopo la pubblicazione delle mail, fa dimettere Debbie Wasserman-Shultz, segretaria del Partito democratico.

A questo punto ci si sarebbe aspettati che le Primarie fossero rifatte, che il “socialista” Bernie Sanders protestasse, e che le indagini per scoprire i – benemeriti – trafugatori delle mail si orientassero verso i sostenitori di Sanders. Nulla di tutto questo. E per depotenziare lo scandalo – come ha già evidenziato l’ottimo Massimo Mazzucco – si inventa la pista degli hacker russi al soldo di Putin. Pista basata sul nulla, assolutamente sul nulla, se non sulla supposta “cedevolezza” di Trump al “satrapo del Cremlino”. Tra l’altro va detto che già nel 2015 un hacker presumibilmente statunitense – “Detox Ransome” – si era appropriato dell’intero database del Comitato elettorale del Partito democratico – mettendolo in vendita nel Dark web – e che questa bufala dell’attacco informatico perpetrato dal Cremlino ne riecheggia un altra: quella dell’attacco alla Sony che, inizialmente, secondo i media, era stato condotto dalla Corea del Nord per impedire l’uscita del filmucolo “The Interview”, e che, invece, con ogni evidenza, come poi risultò dalle indagini è stato perpetrato da un ex dipendente della Sony.

Si, ma chi volete che se ne freghi di queste considerazioni, visto che l’establishment  – a cominciare dalla Boldrini, in pellegrinaggio alla Convention di Philadelphia – sta ad incensare la guerrafondaia Hillary Clinton. L’importante è che tutti i TG, sopratutto quelli RAI (da questo mese pagati con la nostra bolletta ENEL) continuino ad impazzare con la bufala degli “hacker al soldo di Putin”. Tanto, se pure vince Trump, la verità su questo attacco informatico non la saprete mai. E una guerra a qualcuno bisognerà pur farla.

 

Francesco Santoianni

 

(articolo già pubblicato sulla Rubrica “I Media alla Guerra” su l’Antiplomatico

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