Ai miei tempi, quando la politica era Politica, una grana con la “giustizia borghese” era una specie di titolo onorifico. Ad esempio, nel fatidico 1977 (dopo quindici giorni a Poggioreale) fui condannato ad un anno di reclusione (fui poi assolto in Appello) per “concorso morale in uso di materiale esplodente”, solo per aver partecipato ad una, più che giusta, manifestazione contro l’omicidio di Giorgiana Masi. All’uscita dal carcere, poco ci mancava che le centinaia di compagni lì assiepati non mi portassero in trionfo.
Scrivo questo mentre Facebook comincia, invece, ad essere invaso da commenti di attivisti Cinque Stelle che chiedono per la Raggi -“rea” di aver saputo (solo a fine luglio) di una (atipica) indagine della Procura della Repubblica sull’assessora Muraro e di aver fatto finta di niente – la stessa sorte minacciata a Pizzarotti, Sindaco di Parma: l’espulsione.
Mi sembra una pazzia. Anche perchè si consegnerebbe Roma agli stessi pescicani che l’hanno divorata. Molto meglio sarebbe se il Movimento Cinque Stelle – invece di continuare ad essere l’alfiere di una “legalità” presa come Vangelo (si veda, ad esempio, le dimissioni conseguenti ad una strampalata dichiarazione del Presidente della ineffabile “Autorità Nazionale Anticorruzione”) denunciasse pubblicamente una “giustizia” dettata dai Padroni di Roma, esprimesse piena solidarietà all’assessora Muraro e magari scendesse – finalmente – in piazza. Ad esempio, con manifestazioni come questa.
(articolo già pubblicato nel 2016 nel sito http://pecorarossa.tumblr.com/