Guardatela bene questa Federica Mogherini. 43 anni, raggiante, palestrata, politically correct; sempre pronta a ricordare il suo passato di dirigente del movimento pacifista, il suo ruolo nel Social Forum di Firenze 2002, il suo impegno nelle campagne contro il razzismo, il suo ruolo nel Consiglio Internazionale della rete dei Parlamentari per la Non-proliferazione e il disarmo nucleare… Nulla a che vedere con l’incartapecorita Madeleine Albright che goffamente rispose affermativamente ad una giornalista che le chiedeva se ne era valsa la pena far morire di fame 500.000 bambini imponendo le sanzioni all’Iraq.
Ma state pur certi che, oggi, alla Mogherini nessun giornalista porrà questa domanda. Anche perché il crimine delle sanzioni alla Siria non ha mai meritato spazio sui mass media. Eppure è proprio di qualche giorno fa l’annuncio dell’inasprimento di queste sanzioni da parte dell’Unione Europea. Sanzioni che non valgono per le aree occupate dai “ribelli” (i quali possono così “legalmente” esportare petrolio e importare armi). Sanzioni che si perpetuano dal 2011, e che hanno già provocato effetti certamente non meno drammatici di quelli subiti dall’Iraq. Sanzioni che, tra l’altro, bloccando ogni transazione bancaria, impediscono ai siriani in esilio di poter aiutare i loro cari rimasti in patria (ai quali, per sopravvivere, non resta che diventare, anch’essi, profughi).
Al presidio del No Renzi Day – venerdì e sabato a Roma – come Rete No War – cercheremo di sensibilizzare anche sulle sanzioni. Venite a trovarci.
(articolo già pubblicato nel 2016 nel sito http://pecorarossa.tumblr.com/