Mi si perdoni l’immodestia, ma Il Colpo da Maestro di di Maio lo avevo già previsto. Farsi respingere il governo da Mattarella insistendo, dopo aver messo nel “contratto” con Salvini di non voler uscire dall’Euro, sulla nomina di Savona. Ora il re è nudo e gli Italiani hanno capito che le elezioni sono una farsa. E lo capiranno ancora di più quando, dopo l’estate, dovranno pagare alla Banca Europea la prima tranche del Fiscal Compact: 60 miliardi di euro. Lo scenario che si prospetta? Intanto i Cinque Stelle si mangiano quello che resta del PD, Salvini quello che resta di Forza Italia. E il partito Renzi Berlusconi è morto prima ancora di nascere.
Si, ma allora che si fa? Spero, intanto, che la “compagneria” si renda conto – almeno oggi – che il problema di fondo non sia l’”antirazzismo” o l’”antifascismo” (che hanno troneggiato, ancora una volta nell’assemblea nazionale di Potere al Popolo) e si degni di scendere in piazza chiedendo l’impeachment di Mattarella, tirandosi dietro i tanti Cinque Stelle stanchi di sfogare la loro rabbia solo su Facebook.
Già prevedo le obiezioni dei tanti della “sinistra antagonista”: “E perché mai dovremmo scendere in piazza per protestare per la bocciatura del governo di Maio-Salvini; governo reazionario che ecc. ecc….” Perché la politica è fatta principalmente di tattica. Chi crede che per fare la Rivoluzione basti litaniare in qualche assemblea i Sacri Principi, poi – per piacere – non dia la colpa ai giornali se prende l’1% alle elezioni.
Francesco Santoianni