Ma perché mai il prof. Emanuele Castrucci – come chiede a gran voce Repubblica e il Senato accademico – dovrebbe essere licenziato su due piedi dall’Università di Siena? Intendiamoci, assolutamente strampalate le parole che mette in bocca ad Hitler (“Vi hanno detto che sono stato un mostro per non farvi sapere che ho combattuto contro i veri mostri che oggi vi governano dominando il mondo”) ma quello era un tweet scritto a casa sua, non una lezione all’università. E se, poi, quella affermazione costituisce un reato, Castrucci (già in corso la cancellazione della sua voce su Wikipedia) ne risponderà in un processo.
Quello che si prospetta, invece, sembra essere il trionfo di un Pensiero Unico che deve essere imposto, pena la perdita del diritto al Lavoro. Si dirà “ma come si può permettere a chi come un professore universitario, delegato a trasmettere la cultura, di potere affermare queste cose?” Il problema è che, tra un po’, questa censura rischia di estendersi a tutti i dipendenti pubblici; che so’, anche un vigile urbano, pure lui esponente della tutela della Comunità. E non solo ai dipendenti pubblici.
Già, un mese fa, tale Tommi Casalini, allenatore sportivo, era stato licenziato su due piedi per aver postato su Facebook non un articolo ma un COMMENTO (certamente sgradevole e censurabile) contro Greta Thunberg; e la cosa era sembrata a tutti normale. Ora, davanti al “caso Castrucci” leggo tra la compagneria su Facebook, addirittura, liste di proscrizione e richieste di licenziamento “per tutti i fascisti”.
Insomma, neanche costituita, la Commissione parlamentare contro l’odio (osannata, tra gli altri, da Amnesty International) già sta dando i suoi frutti. Bel modo di arginare l’avanzata di Salvini.
Francesco Santoianni