Ovviamente, anche io come tanti mi auguro la loro immediata liberazione, che, certamente, avverrà – (magari dopo aver imposto in Italia un davvero sconcertante Silenzio di Stato) come quella dei “giornalisti RAI” e di Qurico – dietro pagamento (in armi o in soldi) ai “ribelli”, anche se di questo pudicamente la Farnesina non ha mai fatto cenno. Pazienza. Altri soldi, oltre a quelli che il governo italiano, insieme alla UE e alla NATO spende per appoggiare la “ribellione” contro Assad.
Un ultimo appunto, facendo ricerche su internet mi è capitato di vedere questa foto: una delle ragazze rapite che sventola la bandiera dei “ribelli” e queste nel diario facebook di una delle due rapite. Ma non dovevano stare in Siria per una missione umanitaria? Ma chi le ha fatte arrivare in Siria?
Di questo scandalo sembra essersene accorto persino l’ANSA che, dopo aver messo on line questa foto nel lancio della notizia, si è affrettata a sostituirla, un’ora dopo, con quella che, a destra, troneggia l’articolo che state ora leggendo.
Non così il resto della stampa padronale che (vedi, ad esempio, qui e qui) per togliere ogni eventuale macchia sul ruolo che avrebbero potuto avere nel sequestro i “ribelli” (coccolati dal nostro governo) già straparla, senza citare alcuna fonte (of course), che sono stati “probabilmente criminali comuni”.
(articolo già pubblicato nel 2014 nel sito http://pecorarossa.tumblr.com/