Un piccolo segreto di bottega destinato a tutti i compagni: diffidate di qualsiasi fatto di cronaca resti per più di 24 ore sulla prima pagina di “Repubblica” o altri giornali padronali. Non è stato questo il caso dell’omicidio di Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi e di altri, ammazzati dalle “Forze dell’ordine”, e diventati “famosi” solo dopo l’ostinata ricerca della verità da parte dei familiari . È invece il caso di Davide Bifolco (ucciso, quattro giorni fa, nel degradato quartiere napoletano Rione Traiano) e le conseguenti (giuste) proteste, subito enfatizzate come “rivolta” da tutti i media e anche da non pochi compagni.
Ovviamente, vi risparmio tutti i sociologismi che sono stati consacrati a questo caso. Faccio solo una domanda: qualcuno spera in un’altra Ferguson? O in un altro 2005? O in un altro 2001? Se si, farebbe bene a domandarsi cosa abbiano politicamente stratificato quelle rivolte.
Certo, restare indifferenti di fronte all’uccisione di un ragazzo di 16 anni non è da compagni. Ma credere che su questo si possa costruire una scorciatoia al lungo e certamente frustrante lavoro politico è un’illusione. Alimentata da Repubblica&company.
(articolo già pubblicato nel 2014 nel sito http://pecorarossa.tumblr.com/