È meglio un Tsipras che esordisce dichiarandosi contro la NATO e l’Unione Europea (e, al governo, finisce per fare le scelte che ha fatto) o un Di Maio che dichiara il contrario e ancora non è al governo né si sa cosa farà? Ci sarebbe da domandarselo davanti all’articolo di Giorgio Cremaschi “Di Maio scavalca Emma Bonino. Va tutto bene, compagni?” che si direbbe condensi la vulgata che sta emergendo nella sinistra antagonista e cioè che la fantomatica “marea fascista”, che Potere al popolo paventava prima delle elezioni, sia confluita nel Movimento Cinque Stelle compromettendo per sempre la sua “linea politica”.
Ma è così? Assolutamente no. Il Movimento Cinque Stelle non ha mai avuto una linea politica ma solo un marketing elettorale a 360 gradi che – unito alla davvero straordinaria abilità comunicativa della Casaleggio&Associati – ha garantito il suo trionfo. Non a caso, si è sempre dichiarato “né di destra, né di sinistra”. Questo, può piacere o meno (a me, ad esempio, non piace) ma il problema non è rivestirsi di spocchia e dare i voti a Di Maio, ma cercare di coinvolgere i tantissimi (11 milioni di persone, altro che i quattro gatti della Lista Bonino) che hanno votato Cinque Stelle e che oggi ripongono in di Maio quelle speranze che Potere al popolo non ha saputo suscitare. E coinvolgere anche, senza nessuna spocchia, almeno qualcuno dei 331 parlamentari Cinquestelle
Anche perché il Movimento Cinque Stelle (soprattutto se non riesce la strategia di Di Maio: spaccare il Centodestra mandandone una parte a governare insieme al PD) è destinato a frantumarsi davanti alle scelte che si profilano all’orizzonte; ad esempio l’imminente pagamento dei 60 miliardi di Euro per il Fiscal Compact o l’aumento delle spese militari ordinateci dalla NATO.
E allora, che fare? Leggo, con piacere, della rinascita di una iniziativa nazionale contro il Debito pubblico. Spero non si tratti della riesumazione del Comitato NO Debito che anni fa, invece di aggregare persone si era ridotto ad un asfittico, rissoso e settario “intergruppo” o della riproposizione di Eurostop che, tanto per tenere lontani i Cinque Stelle, pretende adesioni allo Ius Soli. E, anche considerando che torno da questo evento che denunciava le conseguenze di un ingiusto Debito sul Comune di Napoli (e che ha visto una partecipazione di pubblico certamente inferiore all’importanza che meritava), credo che sarebbe l’ora di mettere da parte il settarismo e cercare di coinvolgere nella mobilitazione del 14 aprile anche i Cinque Stelle O ci vogliamo rassegnare che i Cinquestelle continuino ad essere abbindolati da eventi come questo?
Francesco Santoianni