Ma perché crocifiggono di Maio?

Su Luigi di Maio credo di aver scritto tutto il male possibile: dalla imposizione nel M5S del culto della sua persona, fino  alla sua recente svolta filo atlantista. Eppure ancora oggi  – nonostante il trionfo ottenuto da Salvini in Friuli e la porta sbattutagli in faccia da Renzi – credo che non cambierei una virgola al mio (vituperatissimo!) articolo del 23 marzo nel quale, a malincuore, mi congratulavo con di Maio per il suo Colpo da Maestro che, alle prossime elezioni, gli garantirà la Presidenza del Consiglio.  Obbiettivo che i più ritengono svanito dopo gli accadimenti di cui sopra ma che proprio questi si direbbero prefigurare. Perché la strategia dei think tank della Casaleggio&Associati non era certo quella di mandare oggi al  governo (magari con un qualche scalpitante “alleato”)  i Cinque Stelle ma favorire la costituzione di un governo PD-Forza Italia,  con l’appoggio esterno di Salvini, da impallinare fino alle – verosimilmente prossime – elezioni.

Si, ma Salvini che ci guadagnerebbe da questo appoggio esterno? Intanto i soldi di Berlusconi che permettono di far sopravvivere l’indebitatissima lista “Noi con Salvini”. E poi la Padania, considerato che Berlusconi, dopo la Lombardia, ha regalato a Salvini anche il  Friuli avendo fatto candidare solo mezze calzette di Forza Italia. Padania che, dopo il referendum del Veneto e della Lombardia, rischia di avviarsi verso una “autonomia” che potrebbe sfociare in una secessione; o in una minaccia di questa per ammorbidire i diktat della Troika e, quindi, togliere le castagne dal fuoco al governo Renzi-Berlusconi.

Visto che è questo è il quadro politico che si prospetta, (e che, comunque, si scioglierà ben presto come neve al sole) benissimo ha fatto di Maio a presentarsi come fautore di un assolutamente inedita (e, comunque, per me, abbastanza ripugnante) “responsabilità istituzionale” sacrificandosi in un confronto prima con Salvini e poi con il PD ottenendo in cambio soltanto accuse di “tradimento” sia dalla gentarella della “sinistra antagonista”, che lo hanno sempre additato come “fascista”, sia dagli attivisti Cinque Stelle che si illudevano di stare in una specie di Partito rivoluzionario. Ignorando che le prossime, speriamo imminenti, elezioni saranno precedute, finalmente da cortei e manifestazioni animati proprio dal Movimento Cinque Stelle.

Tenete a mente quanto vi ho detto.

E – oltre ad un sempre gradito “like”- applauditemi ora. Risparmierete la fila.

 

Francesco Santoianni

 

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