Possono, per ora, dormire sonni tranquilli gli artefici della futura centrale geotermica che si andrà ad insediare nel cuore del vulcano più pericoloso d’Europa. Nei Campi Flegrei, se prosegue l’andazzo prefigurato dall’incredibile volantino che indice l’assemblea del 28 giugno e nonostante l’apporto di pur ottimi vulcanologi, non ci sarà nessun movimento di massa commisurabile al rischio che la futura centrale determinerà.
I motivi? Gli stessi che fecero fallire la mobilitazione di tre anni fa contro il Deep Drilling Project: pressapochismo e, sopratutto, la pretesa – anche per l’ultimo arrivato, assolutamente a digiuno di rischio vulcanico e di tematiche di protezione civile – di inalberare il vessillo del Movimento Cinque Stelle e con quello tacitare chiunque si permetta di far notare alcune evidenti assurdità. Come l’arbitrario collegamento tra il rischio determinato dalle trivellazioni e il Piano di protezione civile. Piano che, nonostante quello che si afferma nel volantino, è stato già varato e – grazie al cielo – già criticato.
È già successo quando alcuni capataz e i loro vassalli scesero in campo per sabotare un Disegno di legge sul rischio vulcanico. Disegno di legge che era del Movimento Cinque stelle ma che aveva un “padre” diventato scomodo. Temo succederà anche stavolta.
(articolo già pubblicato nel 2015 nel sito http://pecorarossa.tumblr.com/