“Nella guerra la prima a morire è la Verità”. Lo diceva Eschilo venticinque secoli fa. Lo attestano oggi (con un conflitto generalizzato alle porte) campagne mediatiche supportate da “autorevoli” fonti.
Intanto Amnesty International. Mentre infuria la mattanza dei Curdi e centinaia di migliaia di persone sono in piazza contro Erdogan e i suoi terroristi, ecco “l’organizzazione umanitaria” pubblicare un davvero incredibile Report che accusa di pulizia etnica, nientedimeno, i Curdi della Rojava. Sguazza nella “notizia” – ça va sans dire – il settimanale Panorama. Chi volesse sapere la verità, invece, non ha che da leggere qui.
Ma passiamo all’Ucraina. Mentre perdurano il silenzio e gli insabbiamenti della Commissione di inchiesta sull’abbattimento (17 luglio 2014) del Boeing 777 delle Malaysia Airlines, ecco che spunta oggi il Report del Dutch Safety Board. Ci sarebbe molto da dire sulla attendibilità di questa “indagine” (che volutamente ignora inconfutabili prove quali, ad esempio i tracciati radar) ma la cosa più irritante (così come è stato per un’altra“indagine”) è la “neutralità” della quale pretende di ammantarsi dichiarando di non voler dire nulla sulla “provenienza del missile” che avrebbe abbattuto il Boeing. “Missile”, per modo di dire. il Boeing, in realtà, è stato abbattuto dai colpi, a distanza ravvicinata, di un cannoncino sparati da un aereo militare. Come già evidenziato da autorevoli analisi e, per quanto può valere, anche da ovvie considerazioni.
Altro giro, altra bufala: il “bombardamento” dell’ospedale di Kunduz, in Afghanistan. “Bombardamento” per modo di dire (è stata, verosimilmente, una incursione di militari afghani e USA ad uccidere 12 medici e 7 pazienti, tra cui tre bambini). Ma come si fa a contraddire la versione “ufficiale” quando a farla propria è proprio l’organizzazione umanitaria – Mèdicin Sans Frontieres – che ha perso nell’incursione 12 suoi membri? E che speranze ci sono di arrivare alla verità su questa strage quando per altre, ad esempio quella al Charlie Hebdo, la magistratura sospende le indagini per l’imposizione del segreto di Stato?
Lo so. Ci vorrebbe ben altro di un articolo di poche righe per arginare il dilagare delle menzogne di guerra. Ci vorrebbe – che so? -una autorevole struttura, tipo quella messa dopo l’11 settembre capace di rintuzzare punto per punto le falsità. Ma servirebbe davvero a qualcosa? La gente, ormai, legge solo i titoli. E la madre dei “giornalisti” è sempre incinta.
Francesco Santoianni
(articolo già pubblicato nel 2015 nel sito http://pecorarossa.tumblr.com/