Dovrebbe tenersi a luglio l’assemblea cittadina (alias Meetup) del Movimento Cinque Stelle di Napoli; verosimilmente prima della sentenza che potrebbe riammettere nel Movimento i 32 espulsi (che hanno poi dato vita a “Napoli Libera”) i quali, se riammessi, potrebbero porre come ordine del giorno la sfiducia a Roberto Fico e quindi la richiesta di sue dimissioni dal Direttorio e da parlamentare. E per scongiurare questa procedura (la stessa utilizzata – ma con un o.d.g. annunciato 20 minuti prima dell’inizio del Meetup – che portò all’espulsione del senatore Bartolomeo Pepe) sono già all’opera inguaribili talebani Cinque Stelle che oggi, comunque, non possono più contare sul fedele appoggio dei tanti attivisti trombati senza pietà alle elezioni comunali e, quindi, sul piede di guerra.
Ma controbilanciamo la nostra indignazione volgendo lo sguardo verso le nuove città Cinque Stelle dove l’opportunismo dei “maître à penser” della cosiddetta “sinistra di classe” e il conseguente ostracismo verso i Cinque Stelle, ha raggiunto livelli surreali. A Roma, dopo aver sponsorizzato personaggi come Fassina (già consigliere economico Pd durante il governo Monti) al ballottaggio tifavano PD nella speranza di una qualche prebenda o posto di sottogoverno. Stessa furbata a Torino. Eppure in queste città il programma Cinque Stelle era inequivocabilmente di “sinistra” (no alle privatizzazioni e ai licenziamenti, contrattazione del Debito pubblico, basta con Grandi Opere quali le Olimpiadi…). Sarebbe stato logico, quindi, appoggiare pubblicamente al ballottaggio i Cinque Stelle per poi incalzarli a portare avanti questo obiettivi. Invece, il silenzio più totale. Il tutto – ça va sans dire – in nome dell’”antifascismo” e dell’”antirazzismo”. Senza rendersi conto quante speranze continui a suscitare il Movimento Cinque Stelle in tanta gente.
Un errore dovuto ad una logora cultura politica e gruppi dirigenti decotti. Al quale bisogna porre rimedio. Ad esempio consigliando a de Magistris, invece che perdere tempo confrontandosi con relitti quali Varoufakis, di sviluppare un asse Napoli-Roma-Torino; di sindaci, cioè, che non intendono essere i gabellieri per conto del Debito pubblico. Potrebbe essere la carta vincente per creare un vero movimento di massa qui in Italia. E per schiodare il Movimento Cinque Stelle dai suoi inetti capi e dai loro servi.
Francesco Santoianni
(articolo già pubblicato nel 2016 nel sito http://pecorarossa.tumblr.com/