Carissimo Giulietto
C’ero anche io, ieri a Napoli, ad applaudire la tua splendida conferenza sull’Ucraina e sulla imminenza di una ancora più devastante guerra. Davvero splendida. Problemi di tempo, non sono potuto intervenire dal pubblico, per cui mi esprimo qui su una tuaaffermazione e cioè sul Movimento Cinque Stelle unica forza sulla quale potere costruire una mobilitazione contro la guerra. Credo di poter contraddirti con cognizione di causa in quanto, da anni – a differenza di tanti altri compagni che non vogliono “sporcarsi le mani” – stando nel Movimento Cinque Stelle, ho cercato di schiodarlo dal suo sostanziale immobilismo, tentando anche di coinvolgerlo in iniziative contro la guerra.
L’ultimo mio fallimento in ordine di tempo è stata la mobilitazione per Gaza che pure sembrava nel cuore di molti attivisti Cinque Stelle a giudicare dai loro innumerevoli post su Facebook. Il Movimento Cinque Stelle non c’era alle pur affollate manifestazioni contro il massacro di Gaza; e quei pochissimi attivisti Cinquestelle che si vedevano – assolutamente privi di bandiere, distintivi o altro – si guardavano le spalle verosimilmente preoccupati di essere poi additati come “eretici” o dissidenti da espellere. Perché? Perché Grillo (che pure aveva concesso al suo blog e ai suoi parlamentari qualche interessante esternazione su Gaza e sulla Palestina) non aveva indetto nessuna mobilitazione in tal senso. E lo stesso continua ad accadere per l’Ucraina o per la nuova guerra in Iraq. Del resto, perché mai il Movimento Cinque Stelle dovrebbe scendere in piazza insieme ad altri movimenti quando la sua “linea politica” ufficiale è un illusorio raggiungimento del 51% elettorale? Un obbiettivo da raggiungere sposando mediaticamente a 360 gradi qualsiasi opinione; ma evitando, nel contempo, un suo coinvolgimento nelle conseguenti mobilitazioni che potrebbero allontanare preziosissimi “elettori”. Insomma, un immobilismo totale (che sta già erodendo il formidabile consenso ottenuto da Grillo) e che ti auguro tu possa scardinare.
Ma c’è un altra questione sulla quale non concordo con te. E cioè dare per definitivamente morto e sepolto il movimento contro la guerra che pure, in Italia, aveva portato in piazza milioni di persone. Anche in questo caso, credo di poter parlare con cognizione di causa in quanto sono tre anni che, insieme a pochissimi compagni – come quelli della Rete NoWar o della redazione di Sibialiria – cerco di porre la questione guerra all’interno degli appelli per le manifestazioni nazionali e gli scioperi generali contro il governo (27 ottobre 2012, 18 Maggio 2013, 18 ottobre 2013…). Un altro buco nell’acqua. In Italia la questione “guerra”, (dopo la sciagurata adesione a quella alla Libia, dettata dalla davvero demenziale equiparazione Gheddafi-Berlusconi e dallaenfatizzazione delle “primavere arabe”) si direbbe archiviata per sempre. Ma, forse, non è così: dapprima un timido accenno alla questione “guerra” nella Manifestazione nazionale sui Beni Comuni del 17 maggio 2014 e, sopratutto, l’imponentemanifestazione di ieri in Sardegna a Capo Frasca lasciano intravedere una qualche inversione di tendenza che mi auguro possa essere confermata dalla Manifestazione nazionale per la Palestina prevista per il 27 settembre.
Da questo punto di vista, escludere la possibilità di un “ravvedimento” di tanti compagni e il coinvolgimento di questi in una mobilitazione per l’Ucraina e contro l’imminenza di una guerra, privilegiando, invece, la scorciatoia del Movimento Cinque Stelle mi sembra sbagliato. Certo, c’è da rovinarsi il fegato tentare di convincere i tanti Maître à penserche, indaffarati nel tentativo di rimettere insieme i cocci dell’”estrema sinistra” sperano che questo possa avvenire ignorando la questione guerra o continuando ad additare Putin o Assad. Ma credo che per scongiurare la catastrofe imminente non ti manchi la determinazione.
Tutto qui quello che avrei voluto dirti ieri a Napoli.
Con stima e ammirazione
Francesco Santoianni
P.S. Giulietto mi ha subito risposto risponde con questa lettera che condivido in pieno.